Anche quest’anno Una Strada in collaborazione con il Comune di Venezia ha promosso il Premio Città di Venezia, come evento speciale all’interno della Mostra del Cinema di Venezia 2011.
L’evento è organizzato come sempre dal nostro socio Michele Serra e prevede quest’anno un’ampia selezione di autori con due vincitori distinti per corti e lungometraggi, il colombiano Carlos Gaviria e l’algerino Abdennour Zahzah.
Vi aspettiamo giovedì 1° settembre al Lido di Venezia e venerdì 2 settembre al Centro Candiani a Mestre.
Da qui potete scaricare il programma dell’evento.
Scrive Michele Serra:
Molti dei registi sopra nominati verranno a presentare il loro film al Lido e al Candiani. Essi portano con sé la gioia e lo stupore di essere dentro ad una delle più importanti manifestazioni culturali del mondo parlando con le loro opere e con altre ricchezze culturali.
Cosa ci raccontano? Storie di gioia e di problematiche psicologiche, sociali e culturali, riflessioni sul loro Paese e sul suo sviluppo, fotografando la gente così come effettivamente appare nella realtà.Essi sono:
Carlos Gaviria ci invita a seguirlo alla scoperta della sua terra boliviana vista nei suoi eccessi di violenza e di volgarità e nei suoi lati umani migliori e felici, facendoci entrare nella storia controversa e strana di Marina e di Jairo.
Anche Abdennour Zahzah ci fa salire su un arrancante furgoncino, con cui il proprietario e il figlio portano ai bambini dei villaggi algerini un po’ di gioia con i loro burattini. Ma lo spettacolo corrompe, allontana dalla preghiera, dicono i più fanatici e i poliziotti li fermano per derubarli abusano meschinamente del loro potere per avere dei vantaggi.
A questi due autori si è voluto attribuire il primo premio.
Gli altri registi non sono meno bravi né le loro opere sono meno affascinanti o meno interessanti.
Ci tengo a sottolineare la drammaticità espressa dalla brava Marion Hänsel, che in un tremendo deserto africano segue le tragiche vicende di una famiglia che, per sopravvivere e trovare l’acqua, deve affrontare ogni giorno la morte, l’ingiustizia e la violenza.
La giovane regista tunisina Meriem Riveill rivela una sensibilità particolare e tutta al femminile nel toccare il tema delle molestie sessuali in famiglia.
Un altro giovane, il marocchino Mohamed Bouhari, tratta, quasi in un clima di cinema sperimentale e allusivo, un tema che riguarda la ricerca della propria identità e libertà di pensiero e di scelta.
Infine, la deliziosa regista iraniana Naghmeh Shirkhan narra una storia di donne iraniane alle prese con l’emigrazione, le separazioni, la solitudine. Su questi temi si muove Shirin, la protagonista, che vive da sola in Canada cercando di dare un senso compiuto alla sua esistenza e a quella della vicina di casa.